Padri e madri predatori, di Laura Gutman

Ho ricevuto la newsletter pubblicata dalla pagina dello psicologo argentino Laura Gutman, di cui abbiamo già parlato in Bebesymas. Il titolo dell'articolo è senza dubbio il più scioccante che abbia letto ultimamente. "Noi predatori dell'allevamento umano".

Ci dice ciò che noi umani abbiamo in comune con altri mammiferi: l'istinto di protezione del nostro allevamento. Tuttavia, come loro "siamo particolarmente sensibili se qualcosa viene tra noi e i nostri cuccioli dopo il parto"L'autore cita come esempio qualcuno che tocca il giovane o lo impregna di un altro odore. Quello negli animali è quasi mortale. La madre non riconosce più il giovane.

Nell'uomo, il meccanismo è più complesso, fortunatamente per i nostri bambini, che sono stati separati dalle madri e immediatamente lavati nell'applicazione di protocolli ospedalieri innaturali. Li riconosciamo e li amiamo nonostante questo, ma non sappiamo quanto sia lontano. dannoso rompere quel magico momento di creazione di collegamenti.

Lo ricordo come uno dei momenti più orribili della mia vita, quando il mio neonato è stato preso dalla mia parte e mi è sembrato che fosse un campo ghiacciato e sterile. E quando l'ho visto, nell'incubatrice, mi ha fatto male non sentirlo come il mio. Era lui, ma allo stesso tempo ero ignaro. Ho riacquistato il legame, ma mi è costato un grande dolore e una sensazione di vuoto che ricordo ancora con le lacrime.

Laura Gutman spiega anche che "ogni specie di mammiferi ha un diverso tempo di evoluzione verso l'autonomia"In generale la prole non è autonoma fino a quando non sono in grado di prendersi cura di se stessi e nutrirsi.

Ma gli umani del mondo occidentale civilizzato si privano di quel momento di creazione del legame, così importante da sviluppare l'istinto di protezione e l'attaccamento emotivo al bambino. Non li sentiamo, li separiamo, li allontaniamo nella culla e tutto ciò influenza le depressioni materne, la difficoltà di connessione con l'allevamento e i problemi durante l'allattamento. E poi chiederemo a separazione teoricamente "socializzare" e che imparano a mantenere il loro istinto di farli piangere reclamando il nostro contatto fisica.

Li puniremo, parleremo duramente, per costringerli a conquistare indipendenze si prematura. Li abbiamo feriti, ciechi per la chiamata ancestrale della madre dei mammiferi. L'intero processo, nato dal distacco nel stadio primordiale e alla stessa nascita, nelle parole dell'autore, ci rende "predatori dell'allevamento umano".

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