Compensato con 15.000 euro per rimanere incinta con uno IUD

Un tribunale di Siviglia ha condannato un medico a risarcimento 15.000 euro a una donna rimasta incinta con uno IUD, sostenendo di non avergli fornito informazioni esaustive sui rischi che ne derivano.

Dopo la nascita del suo primo figlio, la paziente andò nell'ambulatorio medico per evitare una nuova gravidanza e raccomandò il posizionamento di un dispositivo intrauterino (IUD) come metodo contraccettivo.

Fu implementato il 14 giugno 2002 senza che il richiedente firmasse alcun documento di consenso. La paziente dovette andare al mese successivo per fare un'ecografia per verificare il posizionamento corretto, ma non lo fece durante le mestruazioni. Il mese successivo il dottore era in ferie e neanche questo poteva essere fatto. Sembra che lo IUD si sia spostato nella cavità addominale e, tre mesi dopo il posizionamento, la donna sia rimasta incinta.

La sentenza include come causa di gravidanza che la donna non ha seguito la raccomandazione di utilizzare altri metodi contraccettivi durante i primi mesi, quindi a questo proposito non vi sono accuse di negligenza medica, tuttavia se si condanna il medico per compensare il paziente per non aver spiegato i rischi che potrebbe derivare dall'intervento.

Quando si sono verificati gli eventi, la legge del consenso informato non era ancora in vigore (il che richiede ai medici di spiegare e presentare un documento ai pazienti che possono o meno accettare l'atto medico e, in tal caso, devono firmarlo per confermare che i rischi sono stati spiegati e che li accetta), ma si ritiene che il medico avrebbe dovuto fornire le informazioni sullo IUD verbalmente perché si è capito che, se lo avesse saputo, la donna avrebbe potuto decidere di non sottoporsi all'azione medica.

Le possibilità che uno IUD migrino nell'area addominale sono basse, in particolare circa 0,87-1,6 volte ogni mille casi. L'efficacia di uno IUD è anche del 98-99%, quindi il rischio esiste sempre.

Anche così, il tribunale comprende che non essendo stato informato, la donna non ha potuto valutare la decisione per presentare o meno l'intervento.

Fortunatamente oggi molti medici offrono maggiori informazioni e consenso informato da firmare da parte dei pazienti. Tuttavia, ci sono ancora casi in cui ciò non accade e talvolta sono necessarie frasi come questa per affermare il diritto dei pazienti di sapere cosa faranno e quali rischi comporta.

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