Tolleranza zero agli abusi in gravidanza e parto: fermare la violenza ostetrica

Oggi è la Giornata mondiale contro la violenza di genere, una data per prendere coscienza di uno dei flagelli della società di oggi, tra cui una violenza che fino a poco tempo fa è rimasta nell'ombra, una violenza invisibile che molte donne subiscono nelle loro gravidanze e nascite: violenza ostetrica.

La nascita di un bambino dovrebbe essere un momento unico, un giorno per ricordare una vita, il momento di sentirsi potenti, che i nostri desideri siano ascoltati. Ma sfortunatamente, molte volte viene calpestato il diritto al parto come vuole la donna, annullandola come protagonista del processo. È qualcosa che non dovrebbe accadere, ecco perché, tolleranza zero per l'abuso di parto.

Abuso invisibile

Come con altri tipi di abuso, le donne a volte non si rendono conto di essere maltrattate. Si presume che i medici e gli operatori sanitari "sappiano cosa dovrebbero fare" e che dobbiamo rimanere in silenzio senza commenti, perché non lo sappiamo. Sottovalutare la madre, minimizzare le sue opinioni, non rispettare i suoi desideri e, naturalmente, ricevere insulti e commenti sprezzanti è una forma di violenza ostetrica.

L'immobilizzazione durante il travaglio (che comprende la legatura delle mani e dei piedi della madre), la rottura sistematica della borsa, gli interventi non necessari come un taglio cesareo o un'episiotomia senza giustificazione medica o la separazione dai loro figli costituiscono anche una violazione dei loro diritti i neonati.

Esporre il silenzio

Ci sono molte madri che hanno vissuto nascite non rispettate, che lo hanno sentito hanno rubato quel momento unico e intimo.

Dare visibilità è uno dei modi per combattere la violenza ostetrica. Che la donna sente di non essere sola, che è importante parlare ed esporre il dolore. Molti trovano doloroso affrontare le proprie esperienze, ma fortunatamente ci sono sempre più campagne volte ad aiutare queste donne e prevenire nuovi casi.

Dai gruppi di sostegno postpartum a progetti fotografici come "Esporre il silenzio", un movimento lanciato da due madri che danno voce a madri con esperienze di nascita traumatiche.

In una qualsiasi delle sue forme violenza ostetrica È una violazione dei diritti delle donne che deve venire alla luce ed essere denunciata.

Campagne contro la violenza ostetrica

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