Senza andare oltre, ieri abbiamo pubblicato un post sui benefici della danza nei bambini iperattivi.
Ma anche altre volte abbiamo parlato di quanto sia difficile diagnosticare questi bambini, poiché a volte i sintomi sono confusi con ribellione o semplice mancanza di concentrazione.
Oggi ci sono altre buone notizie su una nuova tecnica per diagnosticare l'iperattività.
Uno studio ha scoperto che i ragazzi iperattivi di solito hanno un cervello leggermente più piccolo rispetto al resto dei bambini, circa il 3%. Cosa significherebbe?
È la prova che i medici affermano che "dimostra che il deficit di attenzione e l'iperattività non sono una questione di età e che passerà nel tempo, come credono molti genitori", spiega lo psichiatra responsabile dello studio, Juan Antonio Hormaetxea. Al giorno d'oggi, complesse tecniche di neuroimaging come la risonanza magnetica e la tomografia consentirebbero di verificare se un bambino soffre di un disturbo di attenzione e iperattività e di verificare il miglioramento sperimentato dai pazienti in trattamento.
Sebbene molti credano che l'iperattività sia solo un disturbo comportamentale, non è così semplice. È una complicazione neurologica, più tipica nei maschi che nelle femmine, che inizia a tre o quattro anni e peggiora in età scolare.
Secondo gli specialisti, consegne complicate, infezioni intrauterine e traumi verificatisi durante i primi anni di vita influenzano anche la successiva insorgenza di iperattività.
Potremmo trovarci di fronte alla stretta possibilità di dimostrare in modo scientifico se un bambino soffre o meno di sindrome da iperattività e deficit di attenzione.