I bambini prematuri e con basso peso alla nascita sono a maggior rischio di epilessia infantile

È divertente Quasi un anno fa abbiamo riportato uno studio che ha assicurato che i bambini nati dopo il termine, cioè dopo la 42a settimana di gravidanza, sono maggiormente a rischio di sviluppare l'epilessia durante il primo anno di vita.

Ora, un altro studio condotto presso l'Università di Aarhus, in Danimarca indaga la relazione di questa malattia neurologica con i bambini prematuri e quelli nati con peso ridotto.

Secondo queste due indagini, il tempo che il bambino trascorre all'interno dell'utero, prima o dopo il termine, potrebbe essere decisivo per la comparsa dell'epilessia infantile.

L'ultimo studio ha dimostrato che i bambini nati tra la 22a e la 32a settimana hanno il rischio di sviluppare un'epilessia cinque volte superiore rispetto ai bambini a termine, tra 39 e 41 settimane di gestazione.

Allo stesso modo, i bambini che pesano meno di 2 chili alla nascita avevano anche un tasso di malattia di cinque volte superiore rispetto a quei bambini che pesavano tra 3 e 3,9 chili alla nascita.

In entrambe le conclusioni, il rischio era particolarmente evidente nei bambini di età inferiore ai cinque anni, diminuendo con la crescita dei bambini.

Secondo gli esperti, la spiegazione sarebbe che "il cervello immaturo sarebbe più suscettibile rispetto al cervello maturo alle convulsioni se esposto a fattori di rischio durante la vita prenatale". Tuttavia, questa spiegazione non si applicherebbe al rischio di epilessia nei bambini nati post-termine.

Saremo in attesa di nuovi studi che facciano luce sulle possibili cause di questa malattia cronica che colpisce 1 su 150 persone e che nella maggior parte dei casi inizia durante l'infanzia.